L'inventore di sogni - Ian McEwan

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“Il guaio è che i grandi si illudono di sapere che cosa succede dentro la testa di un bambino di dieci anni. Ed è impossibile sapere di una persona che cosa pensa, se quella persona non lo dice”.

Parliamo del libro di Ian McEwan

L'inventore di sogni è un libro per ragazzi scritto dal grande scrittore Ian McEwan, edito dalla casa editrice Einaudi per la collana Storie & Rime.

Il protagonista di quest'affascinante storia è un ragazzino di dieci anni, taciturno e solitario, di nome Peter, che si sta avvicinando ad entrare nel mondo degli adolescenti e che possiede una particolare propensione alla fantasia.

Peter è proprio quello che si potrebbe definire un sognatore e, difatti, spesso nel corso del libro, si perderà in numerose fantasticherie che gli consentiranno di vivere della avventure a dir poco straordinarie e fuori dal comune.

Il ragazzino vive con la famiglia, ha un sorella, un gatto e va a scuola. Si direbbe che le sue giornate siano molto simili a quelle dei suoi coetanei, eccezzion fatta, per la sua capacità di sognare. Se non fosse, per lei, infatti, si direbbe che Peter è un ragazzino come molti ce ne sono a questo mondo. Tuttavia, non è affatto così pocihè in ogni capitolo del romanzo di McEwan, Peter saprà farsi altro da sé. Nel senso che saprà cambiare la propria pelle con quella di qualcun'altro e, addirittura, di qualcos'altro.

Nel capitolo intitolato “Le Bambole” e in quello successivo, “Il Gatto”, Peter vivrà una vera esperienza di metempsicosi, cioè sarà capace di “trasformare” se stesso in un oggetto inanimato (nel primo capitolo appena citato) e poi in un essere animato, un animale, di preciso nel gatto William e di vivere così un'esperienza nuova (nel secondo capitolo citato).

Peter sarà capace di trasformarsi, o meglio di sognare di trasformarsi in una bambola, non in una bambola qualsiasi, ma proprio nella bambola che più fa paura a lui stesso e alla sorella Kate (la Bambola Cattiva, come la chiamano loro). E poi nell'altro capitolo il Bambino Peter si trasformerà in Gatto Peter, per mezzo di un piccolo ossicino-cerniera che gli consentirà, letteralmente, di vestire i panni del vecchio gatto William che vive i casa, con loro da moltissimi anni.

Ecco che è come se Peter avesse la capacità di assumere l'identità dell'altro tramite la sua capacità di fantasticare e di sognare esperienze che per i grandi risultano essere quasi impossibile. Che questa capacità sia prerogativa solo di Peter? Oppure che sia una capacità comune a molti bambini della sua età? La risposta a questa domanda sembra tutt'altro che semplice. Tuttavia, si può affermare con certezza che ognuna delle sue avventure insegneranno a Peter qualcosa che prima non sapeva, o che non pesava di sapere, e in un certo senso lo faranno crescere. Tutte le sue fantasticherie, infatti, avrebebro una finalità quasi pedagogica.

Particolarmente rilevante a questo proposito è il capitolo intitolato “Il Prepotente” in cui Peter riuscirà a farsi valere nei confronti di un compagno di scuola, di cui tutti hanno paura, perché molto prepotente. In questo capitolo, si vedrà un Peter differente rispetto a quello che si è conosciuto finora, un Peter nuovo, più sicuro di sé, capace di dare una bella lezione proprio al più prepotente della classe, un certo Barry Tamerlane, di cui, nel libro si legge quanto segue:

“Non aveva l'aria da prepotente. Non aveva una faccia brutta, e neppure lo sguardo da far paura o le croste sopra le dita, e non girava armato. Non era pii tanto grosso”.

È come dire che questo Barry è prepotente solo di nome e non di fatto. Cosa che sarà proprio Peter a scoprire e a rivelare a tutti gli altri bambini, riuscendo a staccare dal compagno quell'etichetta di “prepotenza” che tutti gli hanno appiccicato addosso, quasi affibbiato, e facendolo quasi diventare un facile bersaglio di scherno. Tuttavia, il lieto fine del capitolo smorzerà un tantino la situazione, dato che alla fine, i due bambini,Petre e Barry, diventeranno buoni amici.

Ma non voglio svelarvi di più su questo stupendo romanzo perché vorrei che lo leggiate con molto stupore e tantissima meraviglia, proprio come l'ho letto io.

Per concludere, posso solo affermare con certezza che L'inventore di sogni è un libro che va letto perché molto affascinante e costruttivo, oltre che ben scritto.

Del resto, non si potrebbe ottenere altro risultato da un prosatore del calibro di Ian McEwan!

Dagli 11 anni.

Chi è Ian McEwan?

Ian McEwan è un noto scrittore inglese, nato nel 1948 ad Aldershott, attualmente vive a Londra.

Autore di numerosi libri e di due raccolte di racconti: Primo amore, ultimi riti e Fra le lenzuola; ma anche di un libro per ragazzi: L'inventore di sogni (1994) di cui si è appena parlato su questo blog; e anche del saggio Blues della fine del mondo.

Tra i suoi romanzi pubblicati in Italia dalla casa editrice Einaudi, ricordiamo: Il giardino di cemento (1978), Cortesie per gli ospiti (1981), Bambini nel tempo (1987), Lettera a Berlino (1990), Cani neri (1992), L'amore fatale (1997), Amsterdam (1998), Espiazione (2001), Sabato (2005), Chesil Beach (2007), Solar (2010), Miele (2012), La ballata di Adam Henry (2014) e Nel guscio (2016).

Nel 1998, il suo romanzo Amsterdam, è stato premiato al Booker Prize e il suo libro L'amore fatale (1997) incentrato su una persona affetta dalla Sindrome di de Clerambault, viene da molti considerato un capolavoro, ma anche il suo romanzo Espiazione (2001), da cui è stato tratto l'omonimo film, è particolarmente degno di nota.

Lo scrittore ha pure ricevuto un simpatico nomignolo, difatti, è stato soprannominato "Ian Macabre" per i toni cupi di molte delle sue narrazioni.

Notizie dal web

Se volete saperne di più su McEwan, vi invito a leggere questa sua intervista rilasciata alla Bbc Radio 3 nel novembre del 2000.

Ho cinquantadue anni e mi dedico seriamente alla scrittura da quando ne avevo ventuno. Spesso mi capita di domandarmi se scrivere stia diventando piú facile. Temo che la risposta sia no. A quanto pare scrivere non è un'attività che si semplifica con l'andare del tempo; non è possibile «buttare giú» un romanzo solo perché fai questo mestiere da qualche decennio. Certe volte mi pare che la questione si riduca a un problema di forma fisica: scrivere richiede un'enorme quantità di energia. Invecchiare non aiuta. È fondamentale convincersi di avere tra le mani qualcosa di nuovo, di fresco, qualcosa che sia decisamente diverso da tutto ciò che l'ha preceduto, anche se può trattarsi solo di un'illusione. Poi naturalmente occorrerà scavare piú a fondo ogni volta e compiere ricerche accurate per arrivare a un materiale che non assomigli a quello già utilizzato. Con il passare degli anni sai sempre qualcosa di piú sulle tue abitudini mentali, sulla struttura dei tuoi pensieri. Diventi molto scettico e vuoi evitare il piú possibile di ripeterti. Continuo a credere che tra un romanzo e l'altro sia necessario inserire un pezzo di vita; mi pare che ogni romanzo debba essere scritto da una persona leggermente diversa.

Buona lettura e a prestissimo con Gomitoliamo Blog!